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Lo scudo del cavaliere, dell'eroe che scende in campo per combattere il male in ogni sua aspetto ha da sempre dominato e manipolato l'immaginazione collettiva. La sua duplice valenza, attiva e passiva , affascina e disorienta. Da protezione di difesa individuale a simbolo di un intero corpo d'elite di soldati addestrati a combattere in condizioni estreme in nome e per conto del più Alto e Nobile dei Sovrani, il Cristo, il passo è breve. Tra le armi in uso dal VII secolo A.C. è quella che meglio di tutte ha saputo riadattarsi ai contesti storici e bellici, evolvendosi nel materiale, nella forma, nella resistenza. L'insegna che lo contraddistingue, della Croce Rossa su sfondo bianco, sopravvive ancora ai nostri giorni con lo stessa forza e carisma di quando apparve per la prima volta quasi duemila anni fa, ricordandoci sempre che dietro un'arma, una divisa, un esercito ci sono donne e uomini che vivono, combattono e muoiono, per un ordine o per un ideale, che può essere sbagliato o contestato, ma sempre comunque da rispettare, perchè se i vivi appartengono ad un popolo, coloro che cadono appartengono a tutti.. Non nobis DOMINE, non nobis...